4 ottobre 2022
di Francesca Seclì
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Il male del secolo, così lo chiamano in molti ed è quella cosa che si insinua nell’organismo per una serie di motivi: genetici, ambientali, di stile di vita, di alimentazione.
Un ospite indesiderato che l’organismo non sa come scacciare, insomma come un invasore armato che arriva e si piazza in casa senza la volontà di qualcuno.
Un ospite silente che è lì fermo, immobile, finché ad un certo punto comincia ad esagerare, a prendere sempre più il sopravvento in una parte del corpo che ad un certo punto rischia di non farcela a sopportare più quella scomoda presenza e inizia a dare di matto, cercando di avvisare in qualunque modo l’intero organismo che reagisce con dolori, eruzioni cutanee, gonfiori, prurito e tanto altro.
No, non bisogna arrivare a quel punto. Occorre intervenire prima e creare una torre di guardia che sia in grado di attivare le giuste procedure e che sia in grado di affilare le armi prima che arrivi l’invasore, quella torre di guardia si chiama prevenzione.
La prevenzione può essere attuata praticando diverse strade: modifiche nei comportamenti o stili di vita; screening per individuare predisposizioni genetiche ereditarie (per fortuna piuttosto rare) o lesioni cancerose allo stadio iniziale, la cui importanza sta nella possibilità di individuare gli stadi iniziali di una malattia anche in persone che non hanno sintomi.
Il mese di Ottobre è il mese rosa, il mese della prevenzione dei tumori femminili.
Il tumore al seno colpisce ogni anno in Italia 55.000 donne, il che vuol dire che una donna su otto ha scoperto di avere un cancro al senso.
Era il 1981 quando Richard Doll e Richard Peto due epidemiologi, pubblicarono il primo elenco scientificamente controllato dei principali fattori di rischio che determinano la comparsa di un cancro: il fumo di sigaretta, l'alimentazione e altre cause come virus, ormoni e radiazioni.
Nella maggior parte dei casi il rischio individuale di contrarre la malattia è dato dalla combinazione di questi diversi fattori, oltre che dalla dotazione genetica e dall’effetto del caso.
È il caso di dirlo: prevenire è meglio che curare.
Siamo nel 2022 e la ricerca ha fatto tanta strada e ancora tanta strada ha da fare, nonostante le difficoltà che il settore incontra, possiamo essere fiduciosi in quanto le percentuali di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi sono aumentata e sono al 65 per cento delle donne e il 59,4 per cento degli uomini: è chiaro quindi che è fondamentale sostenere la ricerca, sostenere quindi Airc. Sul sito www.airc.it troverete tutte le informazioni e tutte le iniziative messe in campo per costruire la vostra personale “torre di guardia”.